relazioni tossiche

Quando si parla di studenti con Disturbo Specifico dell’Apprendimento si fa riferimento agli Strumenti Compensativi e Misure Dispensative..ma di che cosa si tratta?
Gli STRUMENTI COMPENSATIVI sono tutti quegli strumenti che vengono utilizzati per aumentare un potenziale che il ragazzo già possiede.
Non esiste uno strumento funzionale per tutti in quanto ogni studente ha le proprie caratteristiche che influenzano lo stile di apprendimento.

Lo studio attraverso le mappe ad esempio può essere utile ad un ragazzo che predilige il canale visivo ma non per chi invece ha bisogno di situazioni educative esperienziali. In questo caso si dimostra come sarà semplicemente necessario trovare lo strumento più adatto realizzando un metodo di studio ad hoc.
Una falsa credenza legata a questi strumenti consiste nel fatto che il loro utilizzo possa essere un modo per lavorare di meno, facilitando così alcuni studenti rispetto ad altri. In realtà i ragazzi con diagnosi di DSA presentano una compromissione negli apprendimenti di base, ovvero la memorizzazione e l’automatizzazione, perciò la difficoltà nello svolgimento di questi compiti è legata alla neurodiversità e non alla mancanza di impegno. In questo modo si sta solo mettendo tutti nelle stesse condizioni di poter apprendere al meglio sulla base del proprio potenziale.

Se uno studente ha una diagnosi di discalculia sarà possibile valutare se permettere l’utilizzo di una calcolatrice per far in modo che si concentri sulla comprensione del problema piuttosto che creare un affaticamento cognitivo legato ad un processo meccanico.
Gli strumenti compensativi possono essere molti, in base al disturbo, ma alcuni esempi sono: calcolatrice, software e libri digitali, sintesi vocale, mappe mentali e concettuali, schemi, tabelle..

Le MISURE DISPENSATIVE invece consistono in strategie didattiche che permettono di dispensare lo studente da determinate attività attraverso una riformulazione di alcune richieste che implicherebbero una maggiore difficoltà.
Un aspetto molto importante è quello di accompagnare il ragazzo nella scelta ed accettazione degli strumenti a lui più adeguati. Spesso queste misure infatti vengono rifiutate poichè presentate come “aiuti agevolanti” con un conseguente disagio nei confronti dei compagni. È compito di coloro che insegnano sensibilizzare tutti su tale utilizzo, creando così un ambiente basato sull’inclusività scolastica.

Nel caso di un ragazzo con diagnosi di dislessia sarà valutabile se introdurre nel PDP la dispensa dalla lettura ad alta voce, per far in modo che segua più volentieri la lezione senza provare sensazione di ansia e demoralizzazione.
Risulta fondamentale, da parte degli insegnanti, mantenere sempre il focus sugli obiettivi prefissati. Quando vengono assegnati una serie di esercizi su un determinato argomento lo scopo è di solito quello di far apprendere la regola attraverso la ripetizione. Nel caso di studenti DSA però questo meccanismo non avviene in modo automatico proprio a causa di un deficit biologico. Quello che si osserva sarà invece un aumento della frustrazione a seguito di un affaticamento cognitivo senza però una reale comprensione di base. Sarebbe invece più opportuno che questi studenti avessero a disposizione meno esercizi da svolgere ma delle mappe nelle quali poter riporre la regola e consultarla quando necessario.

Esempi di misure dispensative: dispensa dalla lettura ad alta voce, dalla scrittura sotto dettatura oppure carico ridotto per quanto riguarda lo studio della lingua straniera, tempi superiori, interrogazioni programmate e orali…
Nel caso di studenti con DSA, l’utilizzo di strumenti compensativi e misure dispensative è inserito all’interno del Piano Didattico Personalizzato (PDP).
Dott.ssa Sara Perilli