Disturbo Da Stress Post-Traumatico (PTSD)

Il disturbo da stress post-traumatico si manifesta in seguito all’esposizione a un evento stressante e traumatico, che la persona ha vissuto direttamente o a cui ha assistito, e che ha implicato morte o gravi lesioni o minaccia all’integrità fisica propria o di altri, come ad esempio aggressioni personali, disastri, guerre e combattimenti, rapimenti, torture, incidenti, malattie gravi.

Recenti studi hanno stimato un’incidenza del disturbo da stress post-traumatico tra il 5% e il 10% dell’intera popolazione. Tale percentuale risulta differente a seconda delle categorie di soggetti considerati, variando ad esempio dall’11% degli individui coinvolti in incidenti stradali, al 50% delle vittime di violenze sessuali, dei veterani di guerra, ecc. Circa il 20-40% di questi soggetti soffrirà di questo disturbo per più di un anno, il 15-20% per un periodo superiore ai due anni, mentre circa la metà svilupperà una forma cronica del disturbo.

Quali sono i sintomi? 

La risposta della persona comprende paura intensa, senso di impotenza e/o orrore.

I sintomi possono essere raggruppati in tre categorie principali:

  • il continuo rivivere l’evento traumatico: l’evento viene rivissuto persistentemente dall’individuo attraverso immagini, pensieri, percezioni, incubi notturni;
  • l’evitamento persistente degli stimoli associati con l’evento o attenuazione della reattività generale: la persona cerca di evitare di pensare al trauma o di essere esposta a stimoli che possano riportarglielo alla mente. L’ottundimento della reattività generale si manifesta nel diminuito interesse per gli altri, in un senso di distacco e di estraneità;
  • sintomi di uno stato di iperattivazione persistente come difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, difficoltà a concentrarsi, ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme.

I sintomi insorgono in genere nei primi 3 mesi dopo il trauma, sebbene possa esservi un ritardo di mesi o anche di anni prima che siano soddisfatti i criteri per una diagnosi. La sua durata può variare da un periodo superiore a un mese alla cronicità, per questo si rende necessario trattare immediatamente e profondamente il disturbo.

Trattamento psicoterapeutico

La terapia cognitivo-comportamentale focalizzata sul trauma consiste nell’esposizione graduale a pensieri, emozioni e situazioni che ricordano il trauma, lavorando anche sui contenuti di pensieri disturbanti. I pensieri associati all’evento traumatico che sono fonte di disagio (in particolare i pensieri che sono distorti e irrazionali) vengono identificati e sostituiti con una visione più equilibrata e realistica del mondo e della realtà, portando ad una progressiva riduzione dell’ansia e degli altri sintomi correlati all’evento traumatico.

Per l’elaborazione del trauma si è rivelato inoltre particolarmente utile l’EMDR.