Fobia specifica

La Fobia Specifica è caratterizzata da una paura e/o ansia considerevole, persistente e sproporzionata rispetto a stimoli o situazioni circoscritte. Si effettua questa diagnosi quando – per almeno 6 mesi – un soggetto, di fronte a un determinato aspetto del contesto (anche solo immaginato), prova immediatamente paura o ansia sproporzionate rispetto alla capacità, da parte dello stimolo, di evocare queste intense emozioni.

La paura può essere più o meno accentuata in base alla vicinanza dello stimolo fobico, alla durata dell’esposizione e alla presenza o meno di una persona conosciuta e rassicurante; nei casi più gravi si può avere un attacco di panico.

Il disagio acuto vissuto dall’individuo porta all’evitamento sia di situazioni palesi (esempio classico è la paura di volare che impedisce di usare l’aereo anche per lunghi trasferimenti), sia di aspetti impliciti (per esempio l’aracnofobia può spingere un soggetto a evitare tutto ciò che possa ricordargli, per forma e colore, un ragno).

Con il passare del tempo gli evitamenti e l’ansia anticipatoria compromettono la vita lavorativa e sociale dell’individuo.

Si stima che quasi il 10% della popolazione sia interessata da questo disturbo, che è prevalentemente presente nella popolazione femminile. Il disturbo, se non trattato, diventa cronico.

Le fobie più comuni vengono solitamente divise in quattro categorie:

  • fobia degli animali: sono paure scatenate da animali o insetti (es. paura dei serpenti, dei ragni, dei roditori, dei cani)
  • fobia degli eventi naturali: l’apprensione è indotta da elementi del mondo fisico come l’altezza, i temporali, l’acqua, il buio, ecc.
  • fobia situazionale: la paura è dovuta a specifici eventi come trovarsi in luoghi chiusi (claustrofobia), usare gli ascensori, volare in aereo o sedersi nella poltrona del dentista
  • fobia del sangue e dei medici: comprendono paure del sangue, delle ferite, degli esami medici, ecc.

Fobie comuni

  • acrofobia: paura dei luoghi alti
  • agorafobia: paura degli spazi aperti, dei luoghi affollati o di trovarsi lontano da luoghi sicuri
  • aichmofobia: paura di aghi, spilli e oggetti appuntiti
  • aracnofobia: paura dei ragni
  • claustrofobia: paura di trovarsi in luoghi stretti o chiusi
  • emetofobia: paura di vomitare
  • emofobia: paura del sangue e delle ferite
  • lockiofobia: paura del parto
  • noctifobia: paura della notte e del buio
  • tripanofobia: paura delle iniezioni

Sintomi

Sintomi fisici:

  • difficoltà di respirazione
  • tachicardia
  • dolore al torace o senso di oppressione
  • vampate di calore o freddo
  • tremore o agitazione
  • sensazione di vertigini o capogiro
  • fastidio allo stomaco
  • sensazioni di formicolio

Sintomi cognitivi:

  • sensazione di ansia o di panico travolgente
  • sentire un intenso bisogno di fuggire
  • sensazione di “irrealtà” o distaccato da sè
  • paura di perdere il controllo o di impazzire
  • sensazione come se stessi per morire o svenire
  • impossibilità di controllare la propria paura

Terapia

  • Assesment: valutazione clinica delle fobie (frequenza, sintomi, evitamenti, comportamenti protettivi); valutazione cognitiva dei pensieri automatici negativi, degli schemi di sé e interpersonali e delle strategie relazionali.
  • Psicoeducazione: vengono fornite informazioni sull’ansia, sulle fobie, sulle conseguenze fisiche del disturbo e sul decorso del disturbo.
  • Respirazione e rilassamento: addestramento alla respirazione diaframmatica e training di rilassamento muscolare per migliorare le capacità del soggetto di gestire e intervenire sulle risposte d’ansia.
  • Trattamento cognitivo: ristrutturazione cognitiva finalizzata alla modificazione delle credenze catastrofiche relative all’ansia e al panico.
  • Trattamento comportamentale: esposizione graduale in vivo e in immaginazione e/o Desensibilizzazione Sistematica ai sintomi principali