Enuresi

Possiamo dire che un bambino soffre di enuresi quando, pur essendo sano, si fa la pipì addosso in maniera involontaria, completa ed incontrollata, durante il sonno, ad un’età in cui il controllo vescicale dovrebbe già essere raggiunto. Parliamo in genere di un’età superiore ai 4 – 5 anni in cui la perdita di urine avviene per un periodo di tre mesi con una frequenza di almeno due volte a settimana.

L’enuresi può manifestarsi in maniera continua, se si presenta ogni notte, o saltuaria se ci sono episodi di risveglio asciutti.

L’enuresi può essere:

  • primaria: riguarda quei bambini che bagnano si fanno pipì addosso o nel letto dalla nascita
  • secondaria: riguarda tutti quei bambini che dopo un periodo di continenza e di controllo dello stimolo riprendono a bagnarsi. Questo tipo di enuresi solitamente segue eventi di vita stressanti o traumatici (nascita di un fratellino, lutto in famiglia, trasloco, separazioni, ecc…)

A sua volta l’enuresi primaria o secondaria può essere anche diurna o notturna.

L’enuresi notturna si ha quando il bambino di almeno 5 anni si fa la pipì addosso in maniera involontaria, completa ed incontrollata, durante il sonno, ad un’età in cui il controllo vescicale dovrebbe già essere raggiunto. Può avvenire in modo continuativo qualora si presenti in modo sistematico tutte le notti, oppure saltuaria se vi è qualche risveglio asciutto. Vi è un’alta probabilità di risoluzione spontanea.

L’Enuresi è un disturbo piuttosto frequente che colpisce i maschi in misura maggiore rispetto alle femmine. A 4 anni i bambini maschi con enuresi sono circa il 13% contro il 9% delle femmine. Le percentuali variano anche in base all’età: a 4 anni dal 20 al 30 % dei bambini bagna il letto; a 6 anni il 10 – 15%; a 12 anni il 3 – 6%; a 15 anni l’1 – 2%.

L’enuresi è accompagnata ad una compromissione del normale funzionamento del bambino, specie nel rapporto con i coetanei in quanto il bambino tenderà ad evitare le situazioni sociali fino addirittura ad isolarsi.

Vi è un persistente senso di vergogna e disagio sperimentati dal bambino e un conseguente senso di impotenza e frustrazione da parte dei genitori.

 

Trattamento

Il trattamento cognitivo-comportamentale prevede sessioni di lavoro sia con il bambino che con i genitori. Vi saranno colloqui dedicati a momenti di psico educazione al sonno e alla costruzione di routine pre-nanna. Vengono utilizzare inoltre tecniche comportamentali, basate sull’uso del rinforzo e del condizionamento, per rieducare il bambino all’uso del wc. Il lavoro a livello cognitivo contribuisce a sostenere i genitori nel ristabilire l’equilibrio familiare e nell’adottare con il bambino il giusto stile educativo; ad aiutare il bambino ad esplorare le proprie risorse, ad accettare i cambiamenti in maniera più funzionale, a riacquistare la fiducia in sè stesso per reinserirsi in maniera adeguata nell’ambiente.

Il trattamento prevede inoltre, dove necessario, l’utilizzo di un segnalatore acustico o della somministrazione di farmaci sotto controllo medico.