relazioni tossiche

Dicono che ognuno di noi abbia un limite ma pochi sono disposti ad accoglierlo e accettarlo. Forse perché la società in cui viviamo spinge verso ideali di valore, potere ed espansione che vedono nel limite umano un freno all’autorealizzazione.
In realtà, i limiti ci aiutano ad avere una visione realistica delle nostre capacità e, senza preclusione alcuna, un buon impegno e un moderato senso autocritico possono aiutarci a elevarli e a migliorarli.

Il limite non va solo inteso come difetto o come barriera personale ma assume anche il significato di confine, che determina diversi vantaggi.
Basti pensare a quanto sia importante riconoscere il proprio “margine” nelle relazioni sociali: avere coscienza di quale sia lo spazio fisico e mentale entro cui ci si possa muovere e fare scelte, ci protegge dal rischio di sostituirci o di invadere l’altra persona.
In modo analogo, nei gruppi di lavoro: un delineamento della propria figura professionale e delle competenze, evidenzia la specificità di ciascuno senza intralciare quella dei colleghi. Creando così un clima di maggiore collaborazione, rispetto e benessere organizzativo.

Non meno importante il confine nei rapporti asimmetrici come quello tra genitore e figlio, dove il riconoscimento dei limiti del ruolo consente di non eccedere nel potere genitoriale e di non invalidare la vita del giovane in crescita.
Per ultimo, non per importanza, il limite in termini di tempo, tra vita personale e professionale, ci consente di godere degli interessi, delle passioni e degli affetti, evitando che siano marcatamente schiacciati dai doveri lavorativi.
I limiti possono essere una occasione di crescita e un contenitore che regola gli spazi interpersonali di tutte le aree dell’esistenza umana.

Dott.ssa Rosanna Bruno