relazioni tossiche

Le difficoltà nelle abilità scolastiche non sono gli unici ostacoli dei ragazzi con Disturbi di Apprendimento. Le conseguenze di tale disturbo possono essere infatti anche a livello socio-relazione ed emotivo.
Uno dei fenomeni più osservati è quello dell’ Impotenza Appresa, ma in cosa consiste?
Lo psicologo statunitense Martin Seligman, condusse alcuni esperimenti con i cani, osservando come gli animali tendevano ad assumere un atteggiamento passivo quando venivano sottoposti precedentemente ad eventi a loro incontrollabili. Non venivano quindi messi in atto comportamenti per evitare la situazione dolorosa in quanto era come se si fossero rassegnati alla situazione, pensando che nessuna azione avrebbe cambiato la loro condizione. Quello che lo studioso osservò fu quindi la sperimentazione di una sensazione di impotenza appresa.

Le stesse risposte comportamentali si possono osservare negli studenti con DSA quando vengono a contatto con situazioni ripetute che portano ad una sensazione di impotenza.
Spesso le difficoltà neurobiologiche dei DSA non vengono comprese da coloro che non hanno una adeguata formazione e vengono fraintese o possono trasformarsi nei classici stereotipi quali ad esempio:
il ragazzo non ha voglia di studiare, non si impegna abbastanza, non può aspirare ad un liceo ma solo ad un istituto di livello inferiore in quanto non ha le competenze adeguate ecc…
I realtà tutti questi atteggiamenti portano il ragazzo a chiudersi in sè stesso ed in alcuni casi anche convincersi di ciò che gli viene detto. La continuità nel tempo di queste affermazioni porta ad un accentuarsi del problema. Il ragazzo svilupperà così una sensazione di impotenza appresa che consiste principalmente in 3 fenomeni osservabili:

– atteggiamento di passività nei confronti dello studio.
Il ragazzo infatti crederà di non possedere le competenze adeguate ed in questo modo si verificherà un calo della motivazione ed autostima con conseguente insuccesso nella prestazione;
– aumento di stress che si può verificare ad esempio nel contesto classe. Spesso viene chiesto, ad un bambino con diagnosi di dislessia e dispensa dalla lettura ad alta voce, di leggere in quanto la sua difficoltà non viene riconosciuta ma viene attribuita ad una mancanza di impegno. In questi casi il ragazzo proverà una forte situazione di disagio di fronte ai compagni oltre ad un aumento dell’affaticamento cognitivo e quindi aumento di stress.
– apprendimento di risposte rallentate quando le difficoltà dello studente non vengono comprese e quindi le richieste superano le sue risorse. Se la proposta, espressa nel PDP, di assegnare un numero minore di esercizi non viene rispettata allora quello che si potrà osservare sarà che il ragazzo cercherà di farne il più possibile pur di terminare il compito senza però preoccuparsi di comprendere. Il carico eccessivo non permetterà all’insegnante di raggiungere così l’obiettivo primario e cioè l’acquisizione di una competenza da parte dello studente.
Importante quindi accompagnare il ragazzo non solo nelle difficoltà scolastiche ma prestare attenzione anche agli aspetti emotivi, evitando così di fargli sperimentare situazioni spiacevoli.
L’apprendimento non deve infatti avvenire in maniera forzata ma deve passare attraverso il coinvolgimento, la motivazione, la comprensione ed infine portare al successo.

Sara Perilli