colpa

Le ricerche empiriche suggeriscono che i pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) presentano una maggiore propensione alla colpa se paragonati a soggetti tratti dalla popolazione generale: parliamo di un senso ipertrofico di responsabilità.
Ma quale colpa preoccupa i pazienti ossessivi? La preoccupazione di questi pazienti rispetto a un evento pericoloso è drasticamente ridotta se la responsabilità dell’evento non è attribuita a stessi ma a qualcun altro. Ciò suggerisce che la preoccupazione dei pazienti ossessivi non sia rivola a eventuali vittime dell’evento pericoloso, ma alla possibilità di esserne responsabili. I pazienti ossessivi sono spesso preoccupati di commettere peccati religiosi o contro la morale sessuale, anche se nessuno ne è danneggiato.

Dunque, sembra che a essere coinvolta sia una colpa per la quale la presenza di una vittima non è necessaria. Questo senso di colpa non corrisponde al prototipo della colpa, come definito dalla psicologia morale, che presuppone aver causato un danno (per azione od omissione) e aver violato una norma morale. Tuttavia è possibile provare un senso di colpa per la violazione di un principio altruistico senza la trasgressione di una norma morale e viceversa.
Distinguiamo ora due tipologie di senso di colpa:

  • altruistico. Per provare questo senso di colpa è necessaria l’assunzione di aver compromesso con un’azione/omissione un proprio scopo altruistico (cioè il bene dell’altro o il desiderio di stare vicino all’altro). Questo senso di colpa consiste in un senso di pena e angustia per la vittima (“povero amico, quanto soffre”, “cosa posso fare per lui?”).

  • deontologico, che deriva dall’assunzione di aver violato una propria regola morale, e comporta la sensazione di essere indegni (“come ho potuto farlo?”); implica la ricerca o l’aspettativa della punizione.

Secondo gli esperimenti neuropsicologici, se paragonati ai soggetti sani, i pazienti ossessivi mostrano una riduzione dell’attivazione nella corteccia cingolata anteriore, nell’insula e nel precuneo, quando processano stimoli legati alla colpa deontologica. Nessuna differenza è presente, invece, se sono processati stimoli legati alla colpa altruistica, o ad altre emozioni come rabbia e tristezza.
La possibilità di avere una colpa, in particolare deontologica, appare ai pazienti ossessivi non come un evento molto spiacevole e doloroso, come è per i più, ma come una catastrofe, vale a dire come qualcosa di imperdonabile, insopportabile, attraverso il quale non si può passare.

Dott. Jean Floris

Riferimenti bibliografici:
• Mancini F., (a cura di), (2016), La mente ossessiva. Curare il disturbo ossessivo-compulsivo, Raffaello Cortina, Milano.