rimuginio

Il bruxismo è classificato come un disordine motorio correlato al sonno: esso consiste nell’abitudine involontaria, e spesso inavvertita, di serrare (clenching) o digrignare (grinding) tra loro i denti delle due arcate.
Questo fenomeno:

  • si può manifestare sia da svegli (bruxismo diurno), ed in questo caso si tratta di una parafunzione non rientrando nella “funzione” propria della bocca, che durante il sonno (bruxismo notturno);

  • si può presentare da solo o in associazione con altre abitudini viziate, quali mordersi le unghie, mordere o succhiare le penne, posture non fisiologiche della mandibola;

  • in base alla direzione del movimento dei denti si può suddividere in bruxismo di serramento, o verticale, ed in bruxismo orizzontale: il primo consiste nel serrare forzatamente i muscoli in modo silenzioso, mentre il secondo, attraverso il digrignamento dei denti, produce attriti tra le arcate con rumori udibili anche da terzi;

  • colpisce anche i bambini, nei quali può essere l’espressione di una maturazione del sistema nervoso ancora in divenire (ed in questo senso si può considerare fisiologico almeno fino ai 12 anni) oppure essere associato ad un disagio psicologico, come la nascita di un fratellino, il divorzio dei genitori, l’iperattività, ansie scolastiche o sportive.

Secondo dati AIOP 2016 (Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica), in Occidente il 12% delle persone soffre di bruxismo notturno, mentre circa il 30% avrebbe episodi nel corso della giornata (bruxismo diurno); ancora, in Italia a soffrirne sarebbero circa 15-18 milioni di persone, inclusi i bambini.

Se non trattato adeguatamente il bruxismo può causare danni alle strutture orali, che saranno direttamente proporzionali alla durata ed all’intensità del fenomeno.

I disagi più evidenti sono:

  • problemi muscolari;

  • segnali di usura dentaria;

  • emicranie o cefalee;

  • rumori e limitazioni correlati a movimenti articolari;

  • dolori diffusi anche a viso, collo, spalle e torace;

  • sonno non ristoratore;

  • alitosi e cattiva digestione;

  • aumento della sensibilità e mobilità dei denti.

CAUSE

A livello organico le cause del bruxismo possono essere ricercate nella cattiva occlusione dentale, in malattie neurologiche, negli effetti secondari di alcuni farmaci, ad esempio antidepressivi o antipsicotici, e dell’assunzione di sostante stupefacenti; ancora, molto spesso il bruxismo si manifesta in presenza di reflusso gastro-esofageo e apnee istruttive del sonno.
A livello psicologico è stato riconosciuto quale fattore scatenante del bruxismo un aumento dello stress, della tensione e del nervosismo.
Essendo, come si è visto, il bruxismo manifestazione di una multifattorialità anche il trattamento dovrebbe avvalersi di un approccio multidisciplinare, che tenga conto degli aspetti e organici e psicologici.
Il primo suggerimento è quello di rivolgersi al proprio dentista di fiducia, che si occuperà del bruxismo in quanto reale problema per la salute orale del paziente.

Affrontare la vita a denti stretti.

Il bruxismo è un disturbo che appare esplicativo sin dalla sua manifestazione sintomatica: il digrignamento del bruxista sembra infatti essere il tentativo di scaricare l’aggressività accumulata durante il giorno; infatti, un atteggiamento eccessivamente controllato e remissivo può impedire a chi ne è affetto di esprimere adeguatamente la propria rabbia.
Quando però un’emozione non trova possibilità di manifestarsi in un comportamento diretto verso il mondo esterno può succedere che la stessa si esprima nell’organismo della persona: per questo diciamo che il bruxista nasconde dietro il proprio disturbo una grande rabbia e, non a caso, viene privilegiato il momento del sonno per esprimere rabbia e tensioni represse.

A questo proposito vedremo ora alcuni suggerimenti e tecniche per ridurre lo stress e gestire la rabbia:
1. tecniche di rilassamento (ad esempio il training autogeno ed il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson), per imparare ad autocontrollare il proprio stato di tensione ed attivazione fisiologica ed aumentare la consapevolezza;
2. training assertivo e dialogo interno, per ridurre lo stress legato ai conflitti relazionali e rendere meno dannoso e più costruttivo il modo di parlare a noi stessi che abbiamo;
3. allenarsi a prendere coscienza dei propri bisogni emotivi e fisici di base ed attivarsi tramite strategie di problem solving per raggiungerli in modo efficace;
4. rilassarsi prima di andare a letto e creare un ambiente confortevole.

Dott.ssa Simona Filippini