disturbo dissociativo

Il disturbo dissociativo mette in scacco la percezione che abbiamo di noi stessi, degli altri, delle cose che ci stanno intorno, del tempo e dello spazio.

Nel corso della nostra vita, abbiamo una buona consapevolezza di chi siamo e una generale conoscenza dell’identità delle altre persone. Siamo anche consapevoli degli eventi che avvengono intorno a noi, di chi siamo e del perchè siamo lì e degli eventi che ci hanno condotto fino al momento attuale.

Ma cosa succederebbe se non ci ricordassimo perchè siamo in un certo posto o anche chi siamo? E se perdessimo la sensazione che ciò che ci circonda è reale? Come ci sentiremmo se non solo ci dimenticassimo chi siamo ma se iniziassimo a pensare di essere qualcun altro? Se pensassimo di avere una differente personalità, ricordi, reazioni fisiche? Questi sono esempi di esperienze di disintegrazione. In ciascun caso ci sono alterazioni nella nostra relazione col sè, col mondo e/o con i processi di memoria.

Episodi di questo tipo, sono chiamati esperienze dissociative, se queste si protraggono nel tempo si parla di disturbo dissociativo.
Molti di noi hanno avuto occasionalmente esperienze dissociative. Si tratta di esperienze nelle quali la connessione e/o continuità della normale integrazione di coscienza, memoria, identità, emotività, percezione, rappresentazione corporea, controllo motorio e comportamento viene, almeno temporaneamente, persa.

Esperienze dissociative transitorie accadono infatti in circa metà della popolazione in qualche momento della vita, inoltre, la probabilità può salire in seguito all’esposizione ad eventi traumatici.
Esperienze dissociative possono capitare anche quando siamo stanchi o abbiamo dormito poco, oppure se abbiamo dovuto fare i conti con una situazione particolarmente stressante.

In occasioni come queste, tuttavia la dissociazione non desta in noi particolare preoccupazione: possiamo infatti dare ad essa un significato spiegandola come stanchezza o stress!
Se invece non riusciamo a dare una spiegazione all’esperienza dissociativa, essa può portarci un forte spavento.
La paura di riprovare un’esperienza dissociativa potrebbe persino innescare un circolo vizioso che mantiene il ripetersi di esperienze dissociative e favorire l’emergere di un disturbo dissociativo.

Il DSM5 distingue le esperienze dissociative in:
• disturbo dissociativo dell’identità
• depersonalizzazione/ derealizzazione
• amnesia dissociativa

Nel disturbo dissociativo dell’identità ci troviamo di fronte a due o più stati di personalità distinti, vi è una marcata discontinuità del senso di sè e della consapevolezza delle proprie azioni. Si tratta di condizioni che in alcune culture vengono considerate casi di “possessione”. Creano ricorrenti vuoti di memoria nella persona che ne soffre.

Nella depersonalizzazione la percezione si alterà così che perdi temporaneamente il senso della tua realtà, puoi avere la percezione di vivere in un sogno. Puoi avere la percezione di osservare dall’esterno i tuoi sentimenti, i tuoi pensieri, le tue sensazioni, il corpo e le azioni. A volte ci si percepisce in maniera distaccata come robot o automi.

Nella derealizzazione hai la percezione che il mondo esterno sia irreale, le cose sembrano cambiare forme e dimensioni, le persone possono apparire distanti, morte o meccaniche.

Nell’amnesia dissociativa c’è l’incapacità di ricordare importanti informazioni autobiografiche, di solito di natura stressogena o traumatica. Nella fuga dissociativa la persona dimentica per qualche tempo le informazioni biografiche che la riguardano e si allontana fisicamente dalla sua vita attuale.

Per concludere esperienze di questo tipo tendono ad essere transitorie ma, come abbiamo visto, possono essere mantenute dall’ansia anticipatoria che si viene a creare nella persona che le ha vissute. Per questo la psicoterapia si rivolgerà in prima battuta alla riduzione di questa ansia anticipatoria per rompere il circolo vizioso che mantiene il disturbo. Si lavorerà poi sull’integrazione e sull’elaborazione di eventuali ricordi traumatici.