Insonnia

L’insonnia può essere definita come una reiterata difficoltà ad iniziare e/o mantenere il sonno, tale che esso risulta di durata e/o qualità insoddisfacente. Possiamo parlare di vera e propria insonnia quando un riposo non soddisfacente limita le nostre capacità fisiche e mentali durante la giornata, per un periodo abbastanza lungo.

L’insonnia può essere caratterizzata da uno o più dei seguenti sintomi:

  • Difficoltà all’addormentamento
  • Difficoltà persistente nel tempo ad iniziare e/o a mantenere il sonno
  • Risvegli precoci al mattino
  • Un sonno cronicamente non ristoratore o di scarsa qualità

Inoltre questa difficoltà è associata a una serie di disagi diurni come:

  • Fatica/malessere
  • Difficoltà nell’attenzione, concentrazione o memoria, difficoltà di apprendimento
  • Disfunzioni sociali/professionali o scarse performance scolastiche
  • Disturbi dell’umore/irritabilità
  • Sonnolenza diurna
  • Riduzione nella motivazione, energia e iniziativa
  • Disposizione a errori/incidenti sul lavoro o alla guida
  • Tensione, mal di testa, sintomi gastrointestinali in risposta a perdita del sonno
  • Ansia o preoccupazioni per il sonno

L’insonnia può dipendere da diversi fattori. Può, infatti, essere un disturbo a sé stante (che si presenta in assenza di altri disturbi) oppure insorgere in associazione ad altri problemi di ordine medico e/o psicologico o essere causata dall’uso o abuso di sostanze. L’insonnia può infatti essere spesso conseguenza di condizioni neurologiche , cardiovascolari, polmonari, digestive, endocrine, muscoloscheletriche, dell’apparato riproduttivo, psicologiche (disturbi d’ansia e dell’umore) che interferiscono con il sonno peggiorandone la quantità e qualità. Anche una scarsa igiene del sonno o cattive abitudini possono favorire l’insorgenza di una disturbo del sonno.

Possiamo distinguere due tipologie di insonnia:

  1. occasionale o situazionale quando l’insonnia si manifesta per un breve periodo e insorge in corrispondenza di eventi stressanti (problemi familiari, lavorativi, lutti, ecc.). Può divenire cronica se le preoccupazioni e le tensioni costante di non riuscire a dormire adeguatamente, diventano la causa di mantenimento dell’insonnia stessa
  2. cronica o psicofisiologica quando la sua durata supera il mese. L’insonnia cronica è un disturbo molto comune (circa il 30% della popolazione ne soffre), è più frequente nelle donne e negli anziani e può presentarsi sia come conseguenza o aspetto di un altro disturbo medico o psichiatrico.

L’insonnia occasionale può tramutarsi in insonnia cronica. Può accadere infatti che dopo una occasionale notte insonne dovuta a motivi di stress o ansia, la persona, in prossimità dell’ora di andare a dormire, puòsviluppare dei pensieri intrusivi disfunzionali riguardo all’insonnia (“e se nemmeno stasera riuscissi a dormire?”, “non posso passare un’altra notte in bianco”, “devo assolutamente riuscire a dormire”, “domani ho una giornata impegnativa, non posso permettermi di non dormire”), che hanno due conseguenze negative per il sonno: da una parte tali pensieri portano la persona a focalizzarsi sul riuscire o meno a dormire e di conseguenza ci si impone di dormire, con il risultato paradossale di rimanere ancora più svegli; dall’altra parte la preoccupazione per la possibilità di non dormire e il ricordo delle notti insonni determinano una eccessiva attivazione a livello emotivo, cognitivo e fisiologico che impedisce il rilassamento fisico e psichico necessario per affrontare la notte.

Dati demografici

Quando si parla di disturbi del sonno si fa riferimento ad un’ampia categoria di problemi, come, per esempio, le apnee notturne, il sonnambulismo, la narcolessia, i disturbi del ritmo. Tra tutti i disturbi del sonno, l’insonnia è sicuramente quello più diffuso, si stima infatti che

circa un terzo della popolazione nei paesi industrializzati abbia presentato, almeno una volta nella vita un disturbo del sonno e che tra questi il 10% abbia avuto problemi legati all’ insonnia.

Trattamento

Oggi, la terapia più accreditata è il Trattamento Cognitivo Comportamentale dell’insonnia.

Quando opportuno, è previsto anche l’uso di protocolli strutturati per condurre il paziente ad una graduale sospensione del trattamento farmacologico per i disturbi del sonno.

La prima fase dell’intervento prevede un’accurata valutazione del tipo di insonnia (difficoltà ad addormentarsi, a mantenere il sonno o entrambe) al fine di stabilire la tipologia di trattamento migliore per il paziente.

L’intervento è costituito da tecniche cognitivo-comportamentali, psico-educazione e regole di igiene del sonno, tecniche di rilassamento.

Il trattamento dell’insonnia si pone come obiettivo principale quello di migliorare la qualità e la quantità del sonno e i sintomi diurni correlati al disturbo (scarsa attenzione e memoria, difficoltà di concentrazione, ecc…). Al fine di raggiungere questi obiettivi occorre:

  • Identificare i comportamenti disadattavi e i pensieri negativi che fungono da fattore perpetuante l’insonnia
  • Ristabilire un ritmo sonno/veglia regolare ed un ambiente favorevole al sonno.
  • Impiegare tecniche psicologiche e comportamentali, per diminuire l’arousal psicofisiologico e l’ansia rispetto al proprio sonno.