Dipendenza affettiva

Spesso la cultura romantica restituisce un’immagine dell’unione amorosa come di qualcosa di fusionale, in cui si perdono le rispettive individualità a favore della costruzione di un “noi” di coppia.

Tuttavia, essere coppia in realtà significa sviluppare un senso di appartenenza reciproca, dove l’individualità di ciascuno viene riconosciuta e rispettata. E’ così infatti che è possibile costruire un sano senso del “noi”, in cui viene preservata, piuttosto che schiacciata, l’identità di ognuno.

Cosa accade invece quando la relazione di coppia diventa condizione senza la quale non si crede possibile vivere?
In questi casi succede che l’amore diventa amore ossessivo, vissuto come una droga per la quale sacrificare ogni altro desiderio e bisogno personale, pur di evitare ciò che si teme di più, ossia la rottura della relazione. Questa condizione patologica viene definita dipendenza affettiva.

I sintomi della dipendenza affettiva sono:

• terrore dell’abbandono e della separazione
• paura di perdere la persona amata
• evidente mancanza di interesse per sé e per la propria vita
• paura di essere se stessi e di mostrarsi per quello che si è
• senso d’inferiorità nei confronti del partner
• senso di colpa, rancore e rabbia
• devozione estrema
• gelosia morbosa
• coinvolgimento totale nella relazione e vita sociale limitata
• incapacità di tollerare la solitudine
• stato di allarme e di panico davanti alla minima contrarietà
• assenza totale di confini con il partner, per cui la relazione è simbiosi e fusione
• incapacità di smettere di vedere la persona amata anche quando si è consapevoli che è distruttiva per se stessi

Alla base della dipendenza affettiva c’è la sfiducia nel proprio valore e nelle proprie capacità e il disamore di sé. La persona con dipendenza affettiva infatti sente un estremo bisogno di legarsi ad un’altra persona, perché la propria identità e autostima dipendono dall’opinione altrui.
Il partner quindi rappresenta l’unica fonte di gratificazione e di conferma del proprio valore personale e, pur di non perderlo, si è disposti a tollerare anche maltrattamenti e tradimenti.

Spesso nell’infanzia di queste persone ci sono maltrattamenti fisici ed emotivi, abusi e rifiuti precoci, tutta una serie di dinamiche familiari che vengono ripetute nelle relazioni di coppia.
Le persone con dipendenza affettiva infatti tendono a scegliere e a idealizzare partner inadeguati e non realmente affettuosi – in particolare persone evitanti o estremamente concentrate sul proprio ego – nella speranza di poter cambiare l’altro e di conquistare finalmente il suo amore.
Come prevedibile, tale speranza resta illusoria e, per di più, si ritiene che l’intera colpa di questo sia da attribuire a se stessi. In questo modo, l’inevitabile rifiuto del partner non fa che alimentare ancora di più il bisogno di di convincere l’altro del proprio valore, creando così un circolo vizioso che si autoalimenta e mantiene il disturbo. La persona dipendente si trova così in una situazione fatta di instabiltà e continua delusione e sofferenza.

La strada verso il cambiamento passa attraverso il vedere l’altro per come è, uscendo dalla trappola dell’idealizzazione e dell’auto-colpevolizzazione, e soprattutto attraverso l’imparare ad amare se stessi. Dare valore a se stessi permette infatti di entrare in relazione con l’altro non sotto la pressione di un bisogno eccessivo di avere conferme e sicurezza, ma mossi da un bisogno di reciprocità, permettendo così di orientarsi verso partner con cui costruire relazioni sane.
Dott.ssa Laura Lambertucci
Bibliografia:

Bireda, M. R., Mike, and Roberats, P. (1991). Love Addiction: A Guide to Emotional Independence. New Harbinger Publications, Minneapolis.
Daniel, P. (2008). La dipendenza affettiva, come riconoscerla e liberarsene. Paoline Editoriale Libri, Milano.
Ghezzani, N. (2006). Quado l’amore è una schiavitù. FrancoAngeli, Milano.