ansia

Capita probabilmente a tutti, almeno una volta nella vita, di dire: «Che ansia che ho!». Qualcuno lo dice prima di affrontare una situazione particolare (es. un colloquio di lavoro, una gara sportiva, un’esibizione ecc.); in questi casi, molto spesso, al termine dell’evento ansiogeno tutto si placa. Altre persone ripetono questa frase più volte al giorno e indipendentemente dal fatto che ci sia un compito o una prova particolare da superare.

Che cos’è l’ ansia?
I dizionari etimologici riportano spesso, come definizione, elementi quali l’affanno, l’inquietudine, il senso di soffocamento, la tensione ecc. Questi pochi elementi ci spingono a pensare che sia difficile definire concretamente l’ansia a prescindere da quelli che sono i suoi effetti sul piano cognitivo (es. pensiero di perdere il controllo e paura di impazzire), comportamentale (es. mettere in atto comportamenti protettivi, fuggire, evitare), fisiologici (es. aumento del battito cardiaco, respiro accelerato, sudorazione, tensione muscolare, ecc.), verbale (es. dire esplicitamente «ho l’ansia!», «sono agitato!»), paraverbale (es. parlare velocemente, balbettare, raschiarsi la gola ecc.). (Beck, Clark, 2016).
Possiamo poi interpretare questo concetto in due modi differenti: come ansia di stato, legata a una situazione specifica (es. colloquio di lavoro, esame, gara sportiva ecc.) al termine della quale l’attivazione decade spontaneamente e come ansia di tratto, la quale non è attivata da una situazione specifica e diventa, a lungo andare, una caratteristica stabile della persona. (Cattel, Scheier, 1958).

Cosa succede al nostro corpo durante una situazione ansiogena?
Il nostro corpo si attiva e si prepara a emettere una risposta di attacco o di fuga determinando una serie di sintomi d’ ansia e modificazioni corporee. Facciamo qualche esempio.

  • Vertigini e capogiri: causati dal rilascio di adrenalina e dall’ aumento dei livelli di ossigeno
  • Visione a tunnel: le pupille si dilatano per far entrare più luce e la muscolatura intorno agli occhi si contrae per migliorare la messa a fuoco della minaccia. Come conseguenza si ha la perdita della visione periferica
  • Accelerazione cardiaca: il cuore inizia a battere più velocemente per aumentare la circolazione del sangue e l’ossigenazione dei muscoli
  • Difficoltà di respirazione: le narici si dilatano per aumentare la portata dell’inalazione ma i muscoli del corpo in tensione ostacolano l’espansione dei polmoni per evitare un sovraccarico di ossigeno
  • Vampate di calore e sudorazione: l’aumento della pressione sanguigna viene percepito soprattutto alle estremità del nostro corpo. Questa attivazione produce arrossamenti cutanei e calore ai quali il corpo risponde raffreddandosi attraverso il sudore
  • Disturbi gastrointestinali: il cortisolo blocca il sistema digestivo, in quanto non è necessario per combattere o per fuggire, reindirizzando il sangue ai sistemi essenziali come il cuore, i polmoni, le gambe e le braccia. Questo può anche causare la sindrome del colon irritabile, nausea e diarrea
  • Tensione del collo e delle spalle: causata dalla iper-ossigenazione dei muscoli
  • Secchezza delle fauci: il cortisolo blocca i sistemi non essenziali, riducendo la produzione di saliva
  • Tremori, formicolio e agitazione: causati dal rilascio di adrenalina e dal sovraccarico di ossigeno
  • Circolazione sanguigna: il sangue viene dirottato ai muscoli (soprattutto ai muscoli degli arti inferiori) e meno sangue affluisce agli organi interni (provocando il blocco delle funzioni digestive) al viso (si diventa più pallidi) e alle mani (la temperatura di queste si abbassa rispetto all’ ambiente esterno causando diffusa sensazione di sudare freddo)
  • Svuotamento vescica, colon, stomaco: il corpo si alleggerisce dai pesi in eccesso per poter emettere un comportamento di attacco o di fuga
  • Pelle d’oca: La contrazione dei muscoli coinvolge anche i tessuti della pelle e i peli si rizzano. (Beck, Clark, 2016).

Molti di questi cambiamenti corporei si attivano automaticamente e a prescindere dal fatto che noi ci troviamo di fronte a un’animale feroce, al nostro futuro datore di lavoro, al cancelletto di partenza di una gara di sci o a una semplice giornata durante la quale siamo attivati da un’ ansia di tratto.
A questo punto l’idea di molte persone sarebbe quella di trovare il modo di eliminare totalmente l’ansia dalla propria vita. Dobbiamo però ricordarci che l’ ansia è nostra amica ed è un fattore evolutivo che ci preserva dai pericoli e che garantisce la nostra sopravvivenza. Questa, inoltre, migliora le nostre performance quando dobbiamo affrontare un compito particolare (es. gara, colloquio di lavoro ecc). La soluzione ottimale sarebbe pertanto quella di acquisire la capacità di gestire l’ansia in modo ottimale senza farci travolgere da essa.

Quali strumenti abbiamo a nostra disposizione secondo la terapia Cognitivo Comportamentale?
In primo luogo la respirazione addominale e il rilassamento muscolare sono due strumenti in grado di diminuire l’ ansia e lo stress percepiti poiché contribuiscono ad abbassare i livelli di adrenalina e di cortisolo e di aumentare quelli di endorfine. In secondo luogo possiamo lavorare sui nostri pensieri mediante la ristrutturazione cognitiva cambiando la nostra interpretazione degli eventi. In ultimo possiamo avvalerci di tecniche di esposizione in vivo o in immaginazione per abituarci a gestire situazioni stressanti (Franceschina, Galeazzi, 2004).

BIBLIOGRAFIA
Beck,A.T., Clark, D.A. (2016). Il manuale dell’ansia e delle preoccupazioni. Verona: Positive Press.
Cattel, R.B., Scheier, I.H. (1958). The nature of anxiety: A review of thirteen multivariate analysis comprising 814 variables. Psychological Reports, 4 (Monograph Supplement 5).
Franceschina, E., Sanavio, E., Sica, C. (2004). I disturbi d’ansia. In A. Galeazzi, P. Meazzini (Ed.), Mente e comportamento. Milano: Giunti Editore.

Dott. Simone Spadarotto